Il Liberty napoletano
Tra fine Ottocento e inizio Novecento, a Napoli come in molte altre piazze d'Europa, si andò diffondendo un movimento che avrebbe caratterizzato le arti figurative e l'architettura dei primi 20-30 anni del XX secolo. Questo movimento, chiamato in Italia "Floreale", o "Liberty" (dal nome di una storica azienda londinese che produceva articoli di arredamento in stile floreale), e sviluppatosi parallelamente all'Art Nouveau in Francia, al Jugendstil in Germania e Austria, al Modernismo in Spagna, aveva come caratteristiche di fondo l'asimmetria, il linearismo, l'utilizzo di materiali policromi, il naturalismo degli ornamenti (ispirato prevalentemente alle forme del mondo vegetale).
A Napoli, è principalmente l'architettura a risentire
di questa corrente artistica, e la sua diffusione si ha prevalentemente tra il 1900 e il
1920 nei quartieri di nuova urbanizzazione che si sviluppano verso le colline del Vomero e
di Posillipo (notevoli le costruzioni ammirabili nelle zone di via Sanfelice/via Palizzi e
del Parco Margherita), oltre che in talune aree interessate da attività di demolizione e
risanamento architettonico. Sorgono così in gran numero ville, palazzetti ma
anche palazzi, che rappresentano oggi un importante patrimonio architettonico, purtroppo
in alcuni casi soffocato dai grandi ed antiestetici palazzi di epoca successiva.
I temi comuni, nell'architettura Liberty napoletana, sono il massiccio impiego di
materiali quali il ferro battuto e il vetro, la presenza ricorrente di torri e pilastri,
l'utilizzo diffuso di stucchi e motivi floreali a carattere decorativo e ornamentale, le
forme curve del cemento.
Attraverso le seguenti fotografie, è proposto un interessante percorso per immagini alla scoperta dei più interessanti esempi del Liberty napoletano.
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