Piazza dei Martiri
La Piazza dei Martiri, uno dei luoghi più eleganti e rappresentativi di Napoli, ha assunto l'attuale denominazione dopo l'annessione al Regno d'Italia, e costituisce un tributo ai napoletani morti per la libertà. Il monumento ai martiri, al centro della piazza triangolare, è costituito da una colonna di epoca borbonica, a cui si aggiunsero poi la statua delle "virtù dei martiri", sulla sommità, e quattro indomiti leoni di marmo, tutt'intorno.
Ciascuno dei leoni ha un significato simbolico: quello morente ricorda i caduti della rivoluzione napoletana del 1799, quello trafitto dalla spada i carbonari del 1820, mentre gli altri due, dall'aspetto feroce, i caduti liberali e garibaldini rispettivamente del 1848 e del 1860.
L'attuale piazza nasce intorno al '600, in una zona fino ad allora destinata a giardini ed orti dell'abbazia di Santa Maria a Cappella. Nella prima metà del '600, venne qui edificata la chiesa di Santa Maria a Cappella Nuova, poi demolita da Murat nel 1812; su una parte dei terreni acquistati dal duca di Calabritto, poi, questi fece costruire il proprio palazzo. La struttura originaria dell'edificio venne modificata nella seconda metà del Settecento da Luigi Vanvitelli, che ridisegnò le facciate e introdusse lo scalone principale.
Su un altro lato della piazza, sorge un altro importante palazzo, fatto edificare nel 1746 dal duca di Coscia, laddove sorgeva precedentemente il palazzo di Donato Cocozza; nel 1824 fu radicalmente ristrutturato dal Niccolini, ed ospita oggi le sedi di importanti associazioni e istituzioni.
Nel lato della piazza lasciato vuoto dalla demolizione della chiesa di Santa Maria a Cappella Nuova, fu invece fatto costruire Palazzo Nunziante, realizzato da Enrico Alvino all'epoca dell'apertura di via Morelli, che costeggia.
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