Storia della Linea 1 della Metropolitana di Napoli La lunga storia della Linea 1 comincia addirittura nel 1963. Fu in quell'anno, infatti, che si comincio'a parlare di un nuovo collegamento tra il Vomero e il centro su rotaia non essendo piu' le tre funicolari in grado di soddisfare la domanda. Si penso', inizialmente, ad un' altra funicolare e solo nel 1965 -per la prima volta- si parlo' di un impianto metropolitano. La prima concreta iniziativa - e siamo al 1967- tuttavia, parlava ancora di funicolare che avesse collegato Piazza Matteotti con il Rione Alto fino ai Colli Aminei. |
Ma per un
percorso cosi' lungo era impossibile pensare ad un sistema a fune e, finalmente, nel marzo
dello stesso anno, fu nominata una commissione che studiasse il progetto di una
metropolitana. Per superare l'enorme dislivello tra il centro e il Vomero si penso' ad un
sistema a cremagliera e alla fine del 1967 fu presentato il progetto di massima della
metropolitana a cremagliera che partendo da Piazza Bovio e passando per il nodo
d'interscambio di Montesanto avrebbe raggiunto Piazza Medaglie d'Oro e poi i Colli Aminei.
Ne scaturi' una lunga polemica con argomentazioni piu' o meno valide.In particolare si
fece notare le notevoli limitazioni che una ferrovia a cremagliera comportava in termini
di velocita', di manutenzione e, cosa fondamentale, capacita' di trasporto (non piu' di
12.000 persone/ora). Il passo successivo fu quello di abbandonare la "ruota
dentata" e si delibero' che la metropolitana si sarebbe costruita con sistema
tradizionale oppure adottando il sistema "su gomma" in uso in alcune linee del
metro' parigino Parallelamente all'aspetto tecnico si cercavano i soldi per realizzare un' opera di queste dimensioni. Il punto di partenza fu la legge 1042 del 29 dicembre 1969 che finanziava la costruzione e l'esercio di ferrovie metropolitane. Inutile dire che non fu semplice reperire fondi; tuttavia il 3 marzo 1972 venne fondata la societa' Metropolitana di Napoli di cui faceva inizialmente parte un gruppo di operatori cittadini e poi per il 51% ando' nelle mani della Mm, la metropolitana milanese e questo segno' un grosso passo avanti. |
Altre polemiche portarono la Mm ad uscire dal pacchetto azionario della
Metropolitana di Napoli ed al suo posto subentro' il Consorzio Metronapoli. Intanto si era
arrivati al 1976 e bisognava far presto perche' l'erogazione dei fondi erano vincolati
all'inizio dei lavori entro la fine di quell'anno.
Ma i tempi erano strettissimi ed era impossibile redigere il progetto completo dell'intera
linea. Si parti' cosi' con il progetto definitivo per una tratta brevissima da P.za
Bernini a P.zza Medaglie d'Oro. Ma non fu una scelta casuale: per quel tratto esisteva
gia' un progetto quasi esecutivo ed era quello comune a tutti i possibili itinerari
tracciabili.Mercoledi' 22 dicembre 1976 apri' il primo cantiere, ma si era ancora in alto
mare. Solo nel giugno del 77 fu pronto il progetto definitivo (ma ancora di massima) da
Garibaldi a Colli Aminei, che fu approvato dal consiglio comunale a novembre, ma il
problema restava come trovare i soldi. Fu il comune a farsene inizialmente carico, ma era
ovvio che bisognava percorrere strade diverse, in particolare si cercarono contatti con
gli organismi comunitari e altri finanziamenti statali oltre alla citata legge 1042.
Ma a Napoli stava per accadere la tragedia del terremoto; la sera del 23 novembre 1980 la
terra tremo' per novanta secondi e tutto si blocco', compreso i lavori del metro'.
Fu necessario adeguare tutta la progettazione alle nuove norme antisismiche e,
problema ancor piu' grosso, bisognava riconsolidare gli edifici sovrastanti la linea prima
di poter riprendere gli scavi. Tocco' alla stessa Mn questo compito e i lavori ripresero.
Ma i soldi ancora non bastavano; nel marzo del 1983 fu fatta una proposta provocatoria, ma
a mio avviso assolutamente valida, di autotassazione da parte dei cittadini interessati
alla linea per finanziare i lavori. I soldi stavano per finire e la mazzata definitiva
sembro' essere il no del Fio al metro' collinare. Nel 1984 ci fu il serio rischio di
chiudere i cantieri, ma per fortuna cio' non avvenne.Nel febbraio 1985 fu firmato
l'accordo per la realizzazione del tratto Colli Aminei - Secondigliano;a Secondigliano
sarebbe stato realizzato anche il deposito-officina, con il contributo della Cee, che
avrebbe finanaziato il metro' a patto che la linea fosse a servizio di lavoratori
pendolari. Il 10 maggio dello stesso anno vennero aperti tre cantieri tra l'Arenella e i
Colli Aminei e finalmente i lavori iniziarono a procedere velocemente.Ma i problemi
sembravano non finire mai: ci si chiese se fosse sminato il territorio interessato al
tracciato della linea dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale e poiche' il
genio militare non si pronuncio' fu necessario rivedere tutti i terreni e, inoltre,
l'enorme diffusione del fenomeno dell'abusivismo comporto' la revisione del tracciato
stesso. Realizzare una ferrovia urbana e' impresa difficilissima ovunque, ma a Napoli ancor piu' e tuttavia si e' arrivati alla fine: nel marzo del '93 entro' in funzione il tratto Vanvitelli-Colli Aminei, seguito l'anno dopo dal prolungamento fino a Piscinola. Il 14 aprile 2001 e' stato aperto il servizio navetta Museo-Vanvitelli e dal 27 marzo e' stata aperta anche la stazione "Dante", ma bisognera' aspettare ancora qualche mese prima che l' intero tratto Dante - Piscinola funzioni a regime: adesso viaggia un treno ogni mezz'ora tra Vanvitelli-Dante e un treno ogni otto minuti tra Vanvitelli e Piscinola. Con la tratta a regime, dal dicembre 2002, ci sara', nelle ore di punta, un treno ogni sei minuti e si calcola che circa 200.000 persone al giorno utilizzeranno la linea 1 |
tratto dal sito Orcaloca-Metronapoli
di Paolo Marotta