Castel Sant'Elmo
Il Castel Sant'Elmo domina dall'alto la città, sorgendo nella zona di San Martino, in cima al quartiere Vomero. La posizione arroccata, l'impianto a forma di stella a sei punte, e lo schema "a doppia tenaglia", che consentiva di disporre le forze difensive in posizione simmetrica, ne facevano una fortezza inespugnabile. Dalla piazza d'armi e dagli spalti si gode di una vista suggestiva del centro antico e del golfo di Napoli: dai luoghi dell'antica Partenope a Neapolis, con la stretta feritoia di Spaccanapoli.
Il castello vede la sua origine nel 1275, durante il regno di Carlo I d'Angiò. In questa fase doveva avere la struttura di un palatium medievale. Roberto d'Angiò lo ampliò nel 1329, affidando l'incarico a Francesco di Vivo e Tino da Camaino. Il palatium, chiamato Belforte, era di forma quadrata, fortificato con mura e torri sul lato frontale. Nel corso dell'ampliamento venne modificato con opere difensive, tanto da essere chiamato castrum Sancti Erasmi, probabilmente per la presenza di una cappella dedicata a Sant'Erasmo.
La ricostruzione cinquecentesca, voluta da Carlo V e diretta da Don Pedro de Toledo, fu eseguita secondo il progetto dell'architetto Pedro Luis Escrivà di Valenza. Tra il 1538 ed il 1546, il castello (chiamato Sant'Ermo o Sant'Elmo forse dall'originario Sant'Erasmo) trovò la sua attuale configurazione. La pianta stellare a sei punte ben si addice al luogo e alla funzione strategico-difensiva. Lavori di riedificazione furono realizzati nel 1599 da Domenico Fontana (nel 1587 un fulmine aveva colpito il deposito di munizioni, distruggendo la palazzina del castellano, gli alloggi militari e la chiesa). Comunque, l'originaria struttura non è mai stata alterata né da questo né dai successivi restauri. Teatro degli ultimi atti della vita della Repubblica Napoletana del 1799 (ospitò le ultime disperate difese dei rivoluzionari ribellatisi alla tirannia dei Borbone, fino alla loro capitolazione), è stato demanio militare fino al 1976, anno in cui ha avuto inizio l'ultimo restauro, condotto dal Provveditorato alle Opere Pubbliche con l'intento di restituirlo alla città come sede di attività culturali. È stato realizzato un auditorium per settecento persone e sono stati ricavati molti locali nel piazzale d'armi e nel livello sottostante.
Veduta aerea del Castel Sant'Elmo, con la caratteristica
pianta a stella
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