Il Duomo di Napoli
L'edificazione della Cattedrale fu voluta da Carlo d'Angiò nel 1294, nel luogo dove sorgevano due antiche basiliche: Santa Restituta e la Stefania. Per lasciar posto alla nuova costruzione, quest'ultima fu completamente demolita, mentre la basilica di Santa Restituta fu ridotta al ruolo di cappella laterale.
Il Duomo -in stile gotico- ha un impianto a croce latina, a tre navate divise da pilastri su cui poggiano archi ogivali. Al termine della navata maggiore, lunga circa cento metri, si trova l'ampia abside a pianta poligonale. Il soffitto della navata principale è a cassettoni, in legno intagliato e dorato, mentre le navate laterali hanno volta a crociera, con decorazioni barocche. Le decorazioni a stucchi che decorano tutta la chiesa sono della fine del Seicento.
Navata centrale e abside
La storia della facciata è quanto mai intricata: quella angioina fu distrutta, insieme al campanile, dal terremoto del 1349; del rifacimento quattrocentesco rimane oggi solo il portale maggiore, opera di Antonio Baboccio da Piperno; a fine '700 si mise in opera infatti un ulteriore rifacimento, su progetto dell'architetto romano Antonio Senese, mentre è alla fine dell' '800 che si deve il disegno della facciata attuale, commissionata dal cardinale Sforza ad Enrico Alvino, e inaugurata solo nel 1905.
Facciata della Cattedrale |
Scultura in una navata laterale |
Le navate laterali, con le loro cappelle e nicchie, testimoniano i vari passaggi nell'arte e nell'architettura napoletana nel corso dei secoli. Tra le tante cappelle, due si distinguono sopra le altre per dimensione e rilevanza artistica.
La già citata Santa Restituta riveste un particolare interesse storico, quale esempio di architettura paleocristiana inglobata nell'attuale Cattedrale: l'antica basilica voluta dall'imperatore Costantino -rimaneggiata con stucchi e affreschi nel Seicento a seguito di un terremoto- si presenta con tre navate divise da colonne, ed ospita oggi opere di Luca Giordano e sculture trecentesche. A destra dell'abside c'è l'accesso al Battistero di San Giovanni in Fonte, considerato il più antico d'occidente.
L'antica cappella di Santa Restituta
Risale
invece alla prima metà del XVII secolo una delle principali testimonianze
storico-artistiche del Duomo: la Cappella del Tesoro di San Gennaro, realizzata
come ex voto con l'impegno di tutto il popolo napoletano, e con il contributo di artisti
tra i più importanti della scuola barocca. E' in questa cappella che tutti gli anni, nel
primo sabato di maggio, si attende con ansia il miracolo della liquefazione del sangue del
santo.
Il cancello e il pavimento disegnati dal Fanzago, i marmi pregiati, le sculture di scuola
berniniana, gli argenti lavorati, l'altare del Solimena, i numerosi affreschi e pitture e
le nicchie che custodiscono il busto d'argento e le ampolle col sangue di San Gennaro
rendono la cappella una vero e proprio gioiello artistico, un concentrato di capolavori
dall'inestimabile valore.
All'esterno del Duomo, è visitabile il Museo del Tesoro di San Gennaro, che ospita
numerosissime opere d'arte, gioielli, argenti donati nel corso dei secoli in segno di
devozione al santo patrono.
La cappella del tesoro di San Gennaro |
I lavori per la realizzazione -al disotto del presbiterio- di una cripta dove custodire le reliquie di San Gennaro (fino ad allora ospitate nell'abbazia di Montevergine) furono avviati a fine Quattrocento su richiesta del cardinale Oliviero Carafa, arcivescovo di Napoli, e furono completati nel 1506. La cappella, detta anche Succorpo, è divisa in tre navate, è interamente rivestita di marmi scolpiti, ed è decorata con pavimenti policromi, altorilievi, sculture e oggetti sacri, tra cui proprio il vaso contenente le ossa del Santo.
La Cappella del Succorpo
Vedi Mappa
della zona
Torna a Monumenti
Torna a Home Page