San Lorenzo Maggiore
Immagine del chiostro: sulla destra, vestigia del
"Macellum" romano
Il complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore, il cui accesso principale è in pieno centro storico (piazza San Gaetano), rappresenta un incredibile esempio di stratificazione di testimonianze architettoniche di epoche diverse: greca, romana e medievale.
Nell'area del foro, che
rappresentava il cuore dell'antica città greco-romana,
tra il Decumano maggiore e il Decumano inferiore, fu edificata dapprima una chiesa
paleocristiana (VI secolo d.C.), abbattuta nel XII secolo, e successivamente l'attuale
basilica, realizzata per volontà di Carlo I d'Angiò a partire dal 1270. La chiesa,
caratterizzata da una struttura a navata unica e croce latina, fu eretta ad opera dei
Francescani, inizialmente con l'utilizzo di architetti e maestranze francesi, poi
sostituiti da maestranze locali; tra il XVII e il XVIII secolo, fu poi interessata da un
radicale rinnovamento in stile barocco. Il restauro effettuato tra la fine dell'Ottocento
e la prima metà del Novecento ha cancellato la forte connotazione barocca, eccezion fatta
per la facciata settecentesca del Sanfelice.
Nella chiesa, Boccaccio incontrò la sua Fiammetta, mentre nell'attiguo
convento -che ospitava nel '300 le riunioni del parlamento del regno- soggiornò anche
Petrarca.
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Al disotto della Chiesa, del convento e del chiostro, sono oggi visitabili in ipogeo gli ambienti riscoperti grazie al lavoro degli archeologi: accedendo all'area, ci si immette in un cardine romano (cioè una strada ortogonale ai decumani), largo tre metri e lungo circa sessanta, su cui si affacciano numerose botteghe: un forno, una lavanderia, osterie, negozi e l'Aerarium, dove erano conservate le finanze cittadine provenienti dalle tasse.
Immagine del cardine romano e delle botteghe che vi si affacciano |
Al termine della strada, si incontra invece uno dei quattro lati di un criptoportico, costituito da ambienti intercomunicanti, con volta a botte e lucernari per l'ingresso dell'aria e della luce solare. Gli ambienti erano botteghe del mercato romano (macellum), sui cui banchi di pietra erano commercializzate cibarie e merce di vario genere.
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Al termine del criptoportico, è inoltre conservata una
vasca di età greca, testimonianza dell'ulteriore livello di stratificazione presente, e
dell'incredibile numero di storie che questo luogo può raccontare.
Alla fine del V secolo d.C., l'area fu invasa e ricoperta da una colata di fango di
origine alluvionale, per cui fu abbandonata, e costituì la base per la costruzione della
basilica paleocristiana.
Risalendo ai livelli superiori, nei locali del convento si
trova il Museo dell'Opera di San Lorenzo Maggiore, che ospita i reperti archeologici del
sito, una raccolta di oggetti, abiti, e arredi dell'epoca angioina ed una collezione di
pastori settecenteschi della tradizione presepiale napoletana.
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