La Napoli greco-romana
L'attuale centro storico della città di Napoli, dichiarato nel 1995 Patrimonio Mondiale dell'Unesco, si sovrappone in maniera incredibilmente precisa all'assetto urbanistico dell'antica città di Neapolis, come questa si presentava nel periodo di suo massimo sviluppo. Visitando il centro storico, è così possibile oggi individuare un'infinità di siti ricchi di tracce del prestigioso passato (vedi mappa); il viaggio alla scoperta della Napoli delle origini può poi essere completato nei musei cittadini, in primis nel Museo Archeologico Nazionale.
Napoli
greca
Benchè la Napoli greco-romana si sarebbe sviluppata prevalentemente nell'area
dell'attuale centro storico, il primo avamposto della città, fondato da un gruppo di
navigatori Rodiesi nell'800 a.C. e poi ampliato e abitato da coloni greci di Cuma a
partire dal 680 a.C., corrispondeva alla zona compresa tra l'isoletta di Megaride (dove
oggi sorge il Castel dell'Ovo) e
la collina di Monte Echia (Pizzofalcone). Questo primo nucleo abitativo fu chiamato Parthenope, in onore della sirena vinta da Ulisse, il cui corpo,
secondo il mito, sarebbe stato trascinato dalle onde fino alle spiagge dell'isolotto di
Megaride. In quest'area, rimangono pochi resti della più antica storia di Napoli: in
particolare, sul Monte Echia, si trovano resti di una necropoli dell'epoca cumana, oltre
alle rovine della villa del patrizio romano Lucullo, di epoca successiva.
Un'immagine di Pizzofalcone (il Monte Echia) da via
Santa Lucia
Intorno al 530 a.C., inizia però una fase di declino di Parthenope, dovuto al sopravvenuto predominio commerciale e militare degli etruschi nell'area; la rinascita della città giunge dopo il 474 a.C. quando le colonie della Magna Grecia, sconfitti gli Etruschi in mare, riaffermarono la loro egemonia sull'Italia meridionale. A questo punto, i greci di Cuma poterono ripopolare il vecchio borgo, che assunse il nome di Palepolis (città vecchia), mentre a pochi chilometri di distanza, verso est, veniva fondata Neapolis (città nuova), un nuovo e più grande centro, fortificato e dotato di un ampio porto.
La struttura di Neapolis, conservatasi fino ai nostri giorni, si ispirava ai fondamenti dell'urbanistica ateniese, con uno schema viario basato su tre ampie strade parallele longitudinali (plateiai in greco, decumani in latino) intersecate ad angolo retto da una serie di strade più strette (stenopoi in greco, cardini in latino), che con le prime formavano isolati (insulae) comprendenti edifici di varia natura. Le spesse mura difensive, formate da una doppia cortina di blocchi tufacei, attorniavano la città seguendo il profilo di colline e valloni, e su di esse si aprivano frequenti porte, in corrispondenza delle strade principali. Un tratto delle antiche mura è oggi visibile in uno scavo a cielo aperto in piazza Bellini; il livello, più basso di quello della strada attuale, dimostra come la città di Napoli si sia sviluppata, nei secoli, per stratificazioni successive, per cui in molte aree la città odierna sorge sui resti di quella romana, che a sua volta era stata edificata su quella greca.
Resti delle antiche mura greche, visibili nel mezzo di
Piazza Bellini
Napoli
romana
Nel 326 a.C., a seguito della II guerra sannitica, Neapolis è cinta d'assedio e
conquistata dall'esercito romano; pur restando da quel momento sotto l'egemonia di Roma,
alla città è però attribuito lo status di "civitas foederata", il che le
consentirà di mantenere una certa autonomia, e di poter diventare un punto di incontro e
di confronto di culture differenti, nei secoli successivi.
Nel I secolo a.C. la città raggiunge il suo massimo sviluppo, al punto da richiedere
un'espansione urbanistica oltre i confini delle originarie mura: ne sono testimonianza i
ritrovamenti in corrispondenza del chiostro di
Santa Chiara, e gli insediamenti ad ovest, nelle zone di Chiaia e Posillipo e, più oltre, nell'area flegrea, resa accessibile
dall'apertura della galleria conosciuta come Crypta Neapolitana.
L'ingresso della Crypta Neapolitana, nell'area del
Parco Vergiliano
Dopo l'82 a.C., a seguito di infelici
scelte strategiche nel corso della guerra civile tra Mario e Silla, Neapolis è punita con
lo spostamento di molte delle attività commerciali verso Puteoli, il che coincide con l'inizio
della decadenza della città, che comincia a diventare città degli otia (i
dintorni, da Baia,
a Pompei, a Capri divengono sedi
privilegiate delle ville dei ricchi patrizi romani e di alcuni imperatori) e sempre più
crocevia di razze, culture e religioni (nel II e III secolo d.C. fioriscono le comunità
orientali, specialmente quella alessandrina,
ma è forte anche la presenza cristiana, di cui sono testimonianza le tante catacombe ed
ipogei).
Nel IV-V secolo d.C., il declino dell'impero romano si affianca all'indebolimento della
città, continuamente sottoposta alle scorrerie dei goti. Nel 476, l'ultimo imperatore
Romolo Augustolo è spodestato dai barbari, ed esiliato sull'isola di Megaride, dove la
storia di Napoli aveva avuto inizio.
Torna a Monumenti
Torna a Home Page