Le fontane di Napoli
Nella storia di Napoli, le fontane hanno avuto grande importanza, con un duplice ruolo: anzitutto quello di mezzo per la distribuzione delle acque, sorgive o provenienti da acquedotti, alla popolazione, e, in seguito, anche strumento di celebrazione del potere e della generosità dei sovrani che sul trono di Napoli si succedevano, e che ne promossero la costruzione in gran numero e in punti diversi della città.
Molte fontane di cui la storia ci riferisce non esistono più, altre sono state più volte modificate, razziate o spostate, ma comunque ne rimangono oggi moltissime, e sono qui di seguito riportate storia e fotografie delle più belle e monumentali.
Fontana del Nettuno
E' una delle fontane più
monumentali della città, e la sua costruzione risale al periodo del vicereame di Enrico
di Guzmàn (1595-1599), ad opera di Michelangelo Naccherino, Angelo Landi, Pietro Bernini
e Domenico Fontana. La struttura, gli elementi decorativi e la collocazione della fontana
hanno subito molti cambiamenti nei secoli: costruita nei pressi dell'arsenale, fu portata
nel 1629 nel largo di Palazzo (piazza Plebiscito); costituendo intralcio per le feste in
piazza, fu presto spostata a S.Lucia, dove fu arricchita da sculture di Cosimo Fanzago, ma
nel 1638 cambiò di nuovo collocazione, venendo posta nell'attuale via Medina e subendo
grandi lavori di ampliamento e arricchimento; mutilata al tempo della rivolta di
Masaniello (1647), e depredata dal vicerè Pedro Antonio d'Aragona (1672), fu restaurata
nel 1675 e probabilmente spostata nei pressi del Molo Grande; alla fine del 1800, il
Comune la fece collocare nell'attuale piazza Borsa, dove è rimasta fino al 2000, quando,
anche per facilitare i lavori del cantiere della metropolitana, è stata restaurata e
riportata nell'antica posizione in via Medina.
La fontana è costituita da una grande vasca, circondata da una balaustra
intervallata da quattro scalette; ai lati di queste, acqua fluisce da bocche di leoni che,
tra le zampe, custodiscono scudi della città. Nella vasca centrale, due mostri marini
versano acqua in una vaschetta adornata da figure simboliche, e, ai bordi, quattro delfini
cavalcati da tritoni hanno la stessa funzione. Al centro della fontana, su uno scoglio,
due satiri e due ninfe reggono con la mano e con la testa una tazza su cui si erge la
statua di Nettuno, dal cui tridente zampilla l'acqua.
La fontana del Nettuno, tornata oggi in via Medina
Fontana del Gigante, o
dell'Immacolatella
Quest'altra splendida
fontana si trova nella bella curva tra via Partenope e via Nazario Sauro, a pochi passi
dal Castel dell'Ovo. La costruzione risale agli inizi del Seicento, per opera del Bernini
e del Naccherino, e le due denominazioni derivano dalle prime collocazioni che ebbe:
dapprima nei pressi del palazzo Reale (dove si trovava la statua del Gigante rinvenuta a
Cuma), poi, dal 1815, al molo, di fronte alla costruzione detta dell'Immacolatella;
spostata in seguito al Carmine, e poi nei giardinetti di via S.Pasquale a Chiaia, trovò
la collocazione definitiva nel 1905, quando il Comune decise di spostarla in un posto più
consono, e fu scelta la nuova strada ottenuta dalla colmata della spiaggia.
Collocata su un basamento, è formata da tre archi a tutto sesto; in quello
centrale, la tazza è decorata da due animali marini, mentre in quelli laterali due statue
fluviali reggono mostri marini tra le mani. Alle estremità laterali due cariatidi
sorreggono cornucopie. In alto, sugli archi, si trovano gli stemmi del vicerè, quello del
re e quello della città.
La fontana dell'Immacolatella, in via Partenope
Fontana del Sebeto
La fontana del Sebeto (o del Fonseca) si trova alla fine di via
Caracciolo, in corrispondenza del largo Sermoneta. All'atto della costruzione (1635), era
sita nell'attuale via Cesario Console, e fu commissionata dal viceré Manuel Zuñiga y
Fonseca a Cosimo Fanzago, che vi lavorò insieme ai figli; fu portata in riva al mare, ai
piedi di via Posillipo, nel 1939.
La fontana è caratterizzata da un arco, al centro del quale si trova una statua
del Sebeto (antico fiume di Napoli), e da un basamento, su cui poggiano tre vasche. Ai
lati si trovano due obelischi e le sculture di due tritoni, mentre in alto, sull'arco, vi
sono una lapide e gli stemmi del vicerè, della città e del re.
La fontana del Sebeto, sul mare di Mergellina
Fontana della Sirena
La fontana della Sirena
si trova nel mezzo di piazza Sannazaro, ed è stata di recente restaurata e dotata di un
efficace sistema di illuminazione. Quando fu costruita, verso la metà dell'Ottocento, da
Francesco Jerace, la fontana era sita nei giardini di piazza Garibaldi, nei pressi della
stazione ferroviaria; fu portata nel luogo attuale nel 1924, contestualmente all'apertura
della galleria Laziale, che collega piazza Sannazaro con Fuorigrotta.
La fontana è costituita da una vasca circolare interrata, e nella quale, su un
grande scoglio, si trovano quattro animali marini su cui si erge la sirena, che tiene una
lira tra le mani.
La fontana nella rotonda di piazza Sannazaro
Fontana detta "del Carciofo"
Questa giovane fontana fu fatta costruire sul finire degli anni Cinquanta
dall'allora sindaco della città, Achille Lauro, nel mezzo di piazza Trieste e Trento, a
pochi metri da piazza Plebiscito, dal palazzo reale, dalla Galleria Umberto I e dal
Teatro San Carlo.
La fontana è costituita da una grande vasca circondata da un giardinetto. Al suo
centro, una tazza contiene l'acqua che zampilla da un vaso centrale a forma di corolla;
proprio a tale conformazione si deve il nome che da subito le venne data dai napoletani, e
con cui è attualmente conosciuta.
La fontana di piazza Trieste e Trento
Fontana di Monteoliveto, o di Carlo II
Questa fontana barocca fu
fatta costruire, in via Monteoliveto, dal viceré Don Pietro Antonio d'Aragona, per
celebrare il sovrano di Spagna. I lavori iniziarono nel 1669 e si protrassero per vari
anni, vedendo l'alternarsi di diversi scultori e molti ripensamenti sulle modalità di
raffigurazione del sovrano, allora adolescente.
La fontana è costruita su una vasca polilobata a tre bracci, su cui si erge un
piedistallo con tre leoni e tre aquile, e con gli stemmi del re, del vicerè e della
città di Napoli. Al centro, un obelisco piramidale termina con una base triangolare, su
cui poggia la statua in bronzo del re (eseguita da Francesco D'Angelo su disegno del
Fanzago).
La fontana di Carlo II in via Monteoliveto
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