Piazza San Domenico

Piazza San Domenico è uno dei più notevoli interventi urbanistici di epoca aragonese, in cui coesistono efficacemente differenti stili architettonici. Si inserisce nella celebre Spaccanapoli (via S.Biagio dei Librai), strada corrispondente a quello che, nell'impianto della città greco-romana, era l'antico decumano inferiore; il suo lato orientale corrisponde al tracciato delle mura greche.

Sul lato nord della piazza si stagliano la scalinata e l'abside poligonale della bella chiesa di S.Domenico Maggiore, costruita tra la fine del '200 e l'inizio del '300 in forme gotiche, e che ospitò persino S.Tommaso d'Aquino e Giordano Bruno. La chiesa ha pianta a croce latina, a tre navate con cappelle laterali, ed è ricchissima di opere d'arte, in particolare di preziosi sepolcri, altari scolpiti e dipinti di importante paternità (la Flagellazione di Caravaggio e l'Annunciazione di Tiziano sono oggi ospitati, a titolo cautelativo, nel museo di Capodimonte). Con i rifacimenti seicenteschi, il gotico lasciò il posto al barocco, e a poco servirono i tentativi di ripristino del vecchio stile, messi in atto nell'ottocento.
Alla sinistra di S.Domenico Maggiore, e inglobata nella basilica, si trova l'antica chiesa di Sant'Angelo a Morfisa, con un elegante portale quattrocentesco.

L'abside poligonale della chiesa di S.Domenico Maggiore

Sugli altri tre lati della piazza, sorgono palazzi rinascimentali e barocchi: il palazzo Corigliano, cinquecentesco, sede di dipartimenti dell'Università Orientale, che conserva ancora interni settecenteschi; il palazzo Sangro di Casacalenda, parzialmente costruito da Luigi Vanvitelli; il palazzo Petrucci, di origine quattrocentesca.

Facciata di palazzo Corigliano

Al centro della piazza sorge la guglia, eretta nel Settecento come ex-voto in seguito alla fine di un'epidemia di peste.

La guglia di piazza San Domenico

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